Un atto delle Donne per un mondo che ha perso la direzione. Un atto di speranza.

Che fine ha fatto il Futuro? Nel 2009, Marc Augé aveva scritto in “Che fine ha fatto il futuro. Dai non luoghi al nontempo”, che il passato e il futuro erano scomparsi e l’uomo e la collettività vivono come sospesi, in un presente statico, immobile, senza punti di riferimento concreti, descrivendo una situazione ormai stabilizzata di incertezze, di paura, di spaesamento. Questa situazione è aumentata, poi, con la pandemia del Covid 19, non superata ancora, che ha esasperato gli animi, generando una crisi sociale ed economica di cui non possiamo ancora misurare la portata.

Tutto ciò inserito in tutti i fenomeni naturali e sociali che si presentano nella nostra era: variazioni climatiche con effetti disastrosi sull’ambiente, crisi economiche, terremoti,… e che spesso sono collegati tra loro anche se non apparentemente. E guerre. Le guerre non sono una novità, sono una costante della storia dell’uomo. Sembra che egli non riesca a farne a meno.

Il nostro mare, il Mediterraneo, in particolare, è divenuto da tempo un cimitero che ospita un numero incalcolabile di esseri umani che avevano abbandonano le loro terre in cerca di un mondo migliore, l’Occidente, scampando violenza, miseria, guerre, schiavitù. Speranze spesso finite in fondo al mare. Eppure tutto ciò sembrava lontano da noi. Così non era. Così non è. E padre Francesco ce lo ricordava nelle sue omelie e nei suoi scritti spingendoci ad operarci a custodire l’intero creato. Oggi, in un mondo che appare impazzito, che ha perso la sua direzione, si erge un atto di speranza, e questo arriva, ancora una volta, dalle donne. Donne per la vita, donne madri, di ogni colore, di ogni nazionalità, americane, ucraine, russe, europee, chiedono in nome della vita il cessate il fuoco per una guerra, per l’ennesima volta, subita non voluta. E le donne ucraine e russe, unite, in un atto di sorellanza, pregano assieme per la fine dei combattimenti. Con la nostra vicinanza. E la storia si ripete, inutilmente se l’uomo non riesce più a riflettere e ricordare e se si muove solo per profitto e potere, che accecano. Le donne contro la guerra, sempre,… E mi viene in mente una per tutte, Lisistrata, personaggio indimenticabile di Aristofane, per ricordare la tenacia, la creatività, la forza di idee delle donne, quando decidono di lottare assieme per un grande scopo. Lisistrata è una donna rivoluzionaria, intelligente, strategica, paziente, determinata, audace e decisa, di fronte all’ottusità maschilista… In una società, quella ateniese, che nella sua imperfetta democrazia, non garantiva certo libertà alle donne. In tale realtà, Lisistrata riunisce le sorelle ateniesi e spartane con l’intento di porre fine alla guerra sanguinosa del Peloponneso…e ci riesce con una strategia inedita: utilizzando l’amore e la sua privazione, come gli uomini stavano realizzando per loro e le famiglie privandole della loro presenza e mettendo a rischia la vita. E vinsero la loro battaglia. Le donne contro la guerra…con Amore. Le donne per la Pace, oggi più che mai. Da “Sull’Amore. Saggio sulla bellezza del sentimento”. “Ti scrivo amore mio con un pezzo di carbone salvato da questo fango di questa prigione. Mi hanno portato via dopo la loro invasione …………………………………….. Ti scrivo amore mio non mi dimenticare se volerò nel vento potrò anche ritornare… (Canto dal campo di deportazione di Reni

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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