Maestro Allievo Maestro

imageNei miei lunghi anni d’insegnamento ho appreso, tra l’altro (V. Sintesi del mio apprendimento, Ed. Tintoretto, 2011), che un docente non deve proporsi come amico. Coloro che educano, compresi i genitori, sono tenuti, a mio avviso, ad accompagnare nella crescita i ragazzi, per aiutarli a valorizzare “quel non so che” di unico che si chiama talento individuale (ricordiamoci il maestro Socrate con la sua arte della maieutica) e dar loro gli strumenti che permettano di procedere da soli, inizialmente un po’ zoppicanti, poi sempre più spediti e sicuri, nell’originale avventura dell’esistenza.
Ma non è scontato che l’amicizia non possa nascere tra alunni e docenti.
A dimostrazione di ciò racconto un fatto recente.
Qualche giorno fa, ho ricevuto via WhatsApp, mezzo fino a poco tempo fa da me rifiutato, ma che poi si è rivelato un complice strumento per comunicare, una foto di un mio ex allievo; essa lo mostrava raggiante, con una corona d’alloro in testa, alla cerimonia della laurea triennale, conseguita con molta soddisfazione. Ci teneva, aveva scritto sotto la foto, a salutarmi e a raccontarmi le sue recenti esperienze di studio, prima di partire.
Aveva, infatti, contemporaneamente alla laurea, superato una severa selezione per una prestigiosa università, dove avrebbe seguito i corsi per conseguire la laurea magistrale.
Era felice ed io lo ero per lui.
Ho pensato ai momenti di difficoltà e di paura che aveva superato nella crescita, a quante volte aveva deciso di mollare, certo che non sarebbe mai riuscito a terminare il percorso scolastico. E alle numerose volte che aveva rincominciato.
Alla fine, cresciuto, determinato e tenace, ha conquistato il proprio traguardo con impegno, senza avere mai avuto alcuna facilitazione.
Ora si rivolge a me dandomi del “tu”. A volte mi consiglia un libro da leggere.
Finito il mito della “prof che non sbaglia mai”, rimane la stima per aver percorso assieme una strada, quella dei banchi di scuola, spesso faticosa ma sempre in salita, dove l’aula era il luogo per eccellenza nella quale progettavamo, ricercavamo, sperimentavamo con creatività, fantasia, impegno, ma, anche, con umiltà, disponibilità e serietà.
Oggi trattenendo qualcosa del passato, abbiamo costatato il cambiamento di una relazione svelata in un sentimento prezioso: l’amicizia.
Com’è stato possibile tale mutamento?
L’amicizia, secondo me, per esserci deve basarsi su grandi emozioni condivise, di là dell’età e cresce alimentata da ascolto, comprensione, necessità di onestà, senza richiedere l’esclusività.
Quindi, in questo caso, essa è il risultato di un rapporto di anni di lavoro e di studio per un obiettivo comune: la crescita attraverso la conoscenza e il fare per permettere all’allievo di divenire a sua volta maestro.

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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