CONVERSAZIONE CON FRANCESCO ALTAN

Riporto di seguito una conversazione con lo scrittore Francesco Altan alla libreria Lovat sul mio libro Ritorno a Pellekinos , Bertoni Editore

Caterina Condoluci, Francesco Altan e Valeria Romano

Francesco Altan

  1. Il libro all’inizio descrive un luogo ideale ma poi si trasforma: Pellekinos terra di misteri e l’accostamento con la terra dei fuochi

Caterina Condoluci

Pellekinos era un tipo di orologio solare usato dagli antichi Greci. Nel mio libro diventa una località del Mediterraneo ma rappresenta qualunque luogo, dove l’avidità prende posto del rispetto per la natura e per gli altri. E’, infine, anche una metafora dai molteplici significati, la chiave di lettura del libro. Es. Pellekinos, l’ora del tempo, per me assume un valore temporale specifico: se non ora quando, quando sarà il momento di occuparci di problematiche ormai estreme della nostra società, come il disastro ambientale? Ma Pellekinos rappresenta anche la cultura classica ed è un richiamo alle origini della nostra cultura occidentale in un momento di grave crisi, è un invito a ritrovare la propria anima attraverso il ricordo.

Francesco Altan

    1. Il tuo romanzo mi ha fatto ricordare La luna e i Falò di Cesare Pavese e, per certi aspetti Piccole Donne Crescono di Louisa May Alcott;

Caterina Condoluci

Il ritorno di Margherita, la protagonista del mio libro, è amaro come quello di Anguilla di Cesare Pavese quando scopre che il mondo della sua memoria non esiste più, in un momento storico e culturale, però, molto diverso. E, anch’io, come moltissime ragazze della mia generazione, ho letto la serie di May Alcott. Sicuramente le letture incidono, anche inconsapevolmente, quando si scrive. In Margherita c’è il senso del viaggio e il desiderio di una ri-scoperta, tra ricordo, amore per il territorio, disillusione, dolore e speranza.

Nella mia narrazione io non decido mai di scrivere una storia; è la storia, che emozionandomi intensamente, mi spinge a scriverla. Ho sempre affermato che il mio intento principale è coinvolgere il lettore, trasmettendo emozioni, quelle intense che, nella solitudine della persona, si trasformano in sentimenti e spingono a riflettere.

Amo raccontare anche perché, nell’era digitale, dove tutto si conserva ma di nulla si ha ricordo, raccontare aiuta a vivere, dando significato al tempo e quindi anche giusto valore al vissuto. La vita presente, per me, infatti, è fatta di ricordi del passato e speranze per il futuro.

Francesco Altan

    1. Nel tuo libro parli di potere, corruzione, mafia, denaro e ambiente

Caterina Condoluci

In Benvenuti nell’Antropocene Paul Crutzen spiega come, dopo la Rivoluzione Industriale, l’uomo ha iniziato a possedere il mondo e la natura e crede di essere onnipotente e padrone, distruggendo assieme alla natura, ogni sacralità, rito e mito.

Es. Gli esperimenti sulla clonazione e sulla manipolazione genetica, da quella vegetale a quella animale; l’intelligenza artificiale; la nascita, una volta legata all’incontro tra uomo e donna, oggi dipende spesso dalla tecnologia (maternità surrogata, inseminazione in vitro e, ancora, si sperimenta di creare una nuova vita con la clonazione; è possibile cambiare sesso; una giovane può privarsi delle mestruazioni se lo decide…).

Tutto è progresso! Ma la coscienza non progredisce, anzi sembra retrocedere, è una coscienza lacerata (per dirla con Hegel), ritirata in se stessa senza relazioni reali ed autentiche, nell’incapacità di ascoltarsi gli uni gli altri, nel chiudersi insensatamente dentro se stessi. Certo non è facile affrontare la tirannia della contemporaneità ( già Pasolini parlava di “Un nuovo Fascismo senza storia”), la corruzione diffusa, la violenza diretta o subdola. Ma bisogna restare vivi e resistenti per non diventare tanti Mitridate e abituarsi ai veleni della nostra società.

Francesco Altan

4. Quanto pesano per te le menzogne nella società contemporanea?

Caterina Condoluci

Molto. Nella società contemporanea abbondano futilità e conformismo, aggressione dei poteri, apatia intellettiva e morale. Oggi sembra necessario essere omologati e ognuno assume la propria maschera di sopravvivenza. Ma non c’è più tempo, è ora di affrontare i problemi che abbiamo di fronte a viso aperto. Il problema che mi preme in particolare nel libro, quello del degrado ambientale, è politico non scientifico. E bisogna percorrere la via della risoluzione seguendo l’etica della responsabilità con una ridiscussione significativa dei valori in un approccio pluridisciplinare per una revisione culturale.

Bisogna prendere sul serio la questione delle generazioni future e lasciargli l’eredità di un mondo vivibile per una costruzione di una società civile.

Francesco Altan

5. Nel libro dedichi un capitolo alla fuga di cervelli dall’Italia…

Caterina Condoluci

Sono numerose le donne in Ritorno a Pellekinos, con le loro storie e le loro sofferenze che poi diventano una risorsa. Una di queste rappresenta un problema che mi sta molto a cuore: la fuga dall’Italia dei giovani talenti. Si sta verificando nel nostro Paese una situazione dolorosa e paradossale: si investe molto nell’educazione dei giovani, li si orienta, li si prepara e li si specializza, alla fine, quando sono pronti per il lavoro i giovani vengono lasciati soli e, spesso, sorpassati da incompetenti raccomandati. Per cui moltissimi partono in un viaggio spesso di sola andata alla ricerca di un luogo che li accolga e valorizzi le loro competenze, in un periodo di insicurezza sociale e incertezza lavorativa mondiale. Molti riescono ad inserirsi nel Paese straniero che li ospita, altri finiranno per sentirsi né “di qua né di là”, come spesso affermano. Una situazione molto triste. L’Italia non si rende conto della perdita che ha con tutti i giovani che fuggono dalla loro terra inospitale.

Francesco Altan

6. Scrivi anche di rapporti di coppia, l’amore malato (scambisti) e l’autostima…

Caterina Condoluci

Nel libro ci sono tante storie, individuali e di coppie. Il romanzo rimane un pretesto per scavare nell’animo dei personaggi nell’era della crisi dei valori. In realtà, mi soffermo volutamente, in un capitolo, a descrivere una coppia degli anni sessanta che rimane affascinata dall’Esistenzialismo ma anche dalla vita privata di Jean Paul Sartre e Simone De Beauvoir come d’altronde molti giovani di quegli anni. Non a caso ho scelto questo periodo. Ritengo infatti che molti problemi attuali di oggi siano nati in quegli anni di apparente benessere denominato boom economico, dal quale è iniziata l’era del consumismo scellerato di cui già Goffredo Parise e Pierpaolo Pasolini avevano intravisto i gravi danni che avrebbero arrecato in seguito alle persone e all’ambiente.

Ma io amo pensare sempre ad un’evoluzione positiva nelle mie storie o, comunque, lascio uno spiraglio perché avvenga. Ciò succede, a mio avviso, quando l’individuo fa i conti con se stesso e con gli altri e inizia un percorso di consapevolezza e di autostima che lo spinge a nuove azioni.

Francesco Altan

7. Ti soffermi anche sui disturbi di personalità e la doppia vita delle persone

Caterina Condoluci

Ho già affermato che il mio libro è anche un pretesto per calarmi nei personaggi ed esplorare il loro comportamento e i loro sentimenti nell’era contemporanea. Alcuni di loro non reggono la complessità di avvenimenti che devono affrontare e, nella loro fragilità, crollano perdendo il filo della loro vita. Così alcuni si presentano impeccabili innanzi alla gente e al lavoro, ma nella vita privata emergono i difetti esasperati da una società che pretende prestazioni sempre più controllate. Una specie di dottor Jekyll e mister Hyde.

Credo che nella situazione attuale tanto complessa, nella mancanza di stabilità, in una crisi che persiste, nell’incertezza del presente e nell’insicurezza del futuro, dovremo trovare l’equilibrio in noi stessi, nella ricerca di un significato positivo di scelta e di decisione.

Francesco Altan

8. L’ambiente, il mare, l’inquinamento e le malattie da contaminazione sono i temi prioritari del tuo libro

Caterina Condoluci

Ho affermato più volte che decido di scrivere quando vivo una storia o mi viene raccontata e mi procura un forte moto del cuore. Io amo il mare, fa parte da sempre della mia vita, dei miei ricordi più belli e indimenticabili e in questo Margherita mi assomiglia. Come assistere allo scempio dell’acqua inquinata e della natura devastata senza esprimere profonda indignazione? Come rassegnarsi a un mondo stravolto e privato delle sue bellezze e delle sue risorse? E’ possibile rimanere in silenzio di fronte ai morti di cancro in aumento, ai bambini contaminati, ammalati e privati del loro futuro?

Cosa ci resta se non la denuncia? Ci resta la rassegnazione? E per cosa? Per chi?

Non c’è più tempo.

Francesco Altan

9. Il bambino che suona il flauto doppio ha un significato recondito?

Caterina Condoluci

La copertina dell’artista Dino Nicoletti rappresenta un bambino che suona il flauto doppio e che rispecchia episodi all’interno del libro.

Sono molteplici le letture che si possono fare all’immagine. Intanto un bambino indica futuro, speranza, progetti… Poi, il flauto doppio. Questo è uno strumento tipico di alcune zone del Mediterraneo ed è, solitamente, realizzato in casa dal nonno o dal papà. Quindi indica affettività, tradizioni, condivisione, recupero del ricordo, cultura del fare. Non aggiungo altro, poiché il bambino ha un ruolo rilevante nel finale del libro.

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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