Scusatemi è un mio limite, sono io che non capisco

 

Caterina Condoluci

Caterina Condoluci con Rosa Barbieri Bombardieri

Tempo fa ero ospite a cena di una coppia di amici designers per inaugurare la loro casa, in campagna, alle porte di Treviso.

“Ambiente decisamente piacevole e originale” pensai, entrando. Oggetti utili progettati dallo stesso padrone di casa e pezzi moderni da collezione, ricercati con cura e buon gusto, arredavano creativamente l’abitazione, facendo sorridere per la leggerezza che trasmettevano.

Avevo notato, quasi subito, però, che le pareti erano vuote. Rimasi sorpresa e ne chiesi il motivo.

Egli sembrava improvvisamente disarmato quando ingenuamente affermò: ” Scusatemi, è un mio limite; non comprendo i quadri d’arte contemporanea e quindi evito di appenderli in casa. Sono consapevole, però, che sono io che non capisco. Sorrisi davanti al momentaneo genuino smarrimento del mio amico, lo confortai sul fatto che non era il solo a non capire molta arte contemporanea e promisi di regalargli un libro: Sono io che non capisco di Maurizio Pallante, con prefazione di Paolo Portoghesi.

Conosco bene il testo perché fui io stessa a dialogare a Treviso con l’autore e con Terenzio del Grosso, il quale aveva realizzato a proposito un interessante video.

n300d8e36-c7f9-4780-917a-788967ebbc30

Caterina Condoluci con Maurizio Pallante

Nel testo Pallante afferma che l’arte contemporanea è accessibile solo a pochi eletti e rispecchia la distruzione sistematica della Bellezza, poiché il Bello è stato subordinato all’interesse economico. L’arte, quindi, rimane portatrice di nonsense e resta in piedi perché un gruppo di critici, che cura il Nulla, e di addetti economici lo ha deciso. Gli artisti cercano l’innovazione a tutti i costi, in una ricerca continua e spasmodica fuori di se stessi, che li priva della pienezza della loro creatività. Divengono così omologati, perdono la loro originalità e profondità di pensiero, molte volte senza avere neanche la preparazione tecnica.

L’autore spinge gli artisti a recuperare la pittura come linguaggio proprio e auspica un luogo immaginoso, pensante del reale.

Il mio amico sembrava soddisfatto di tali enunciati, ma non completamente. In fondo è anch’egli un artista/design contemporaneo! “In realtà si potrebbe obiettare che il linguaggio moderno è emotivo se non schizoide, come la nostra società attuale, che non ha più bisogno del ricorso ai mezzi tradizionali del fare Arte. Bisogna chiedersi cosa deve esigere un’opera per essere Arte”, affermò.

“Forse il problema è trovare una limitazione alla definizione semantica della parola “arte”, affermai decisa, pensando al mio libro (Uomini e donne oltre la siepe) in cui la narrazione diventa più efficace con le immagini delle opere dell’artista contemporaneo Dino Nicoletti.

1

Caterina Condoluci con il libro Uomini e donne oltre la siepe

Alla fine, però, tutti i presenti, eravamo d’accordo con Maurizio Pallante nel ritenere che spesso gli artisti oggi tendano a limitarsi solamente alla sfera estetica, ignorando che questa coinvolge la concezione della vita e il sistema dei valori.

Condividi i contenuti
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *