Il mio nuovo libro tra narrazione e saggistica nell’intervista ad Elisa Vagnarelli

 

Storie di donne tra narrazione e realtà, Bertoni Editore, Perugia 2020, è il mio nuovo libro tra narrazione e saggistica

Di seguito l’intervista di Intervista di Elisa Vagnarelli per l’uscita del libro

  • Quali sono i tuoi tre libri preferiti?

Difficile scegliere. Ho sempre letto molto per cui dalla memoria emergono  a volte dei libri, a volte altri.  Ne scelgo tre  che mi hanno accompagnato fino al liceo, assieme a tanti altri.

Da piccola anch’io sono stata rapita da “Piccole donne crescono” di Louisa May Alcott, di cui ho letto tutta la serie; attraverso Amy, Jo, Beth, Meg e la madre mi immergevo nell’amore e nell’importanza dei valori famigliari e dei loro racconti.

Le percezioni di quelle sensazioni provate con la lettura non mi hanno abbandonato nella crescita.

Al ginnasio mi hanno colpito i due libri di  “Moulin Rouge”, di Pierre La Mure, un romanzo storico che racconta la vita colorita del grande pittore Henri de Toulose-Lautrec. Rimasi impressionata dalla vita travagliata del famoso artista francese, dalla sua sofferenza e sensibilità, dall’impossibilità di raggiungere l’amore tanto agognato.

Rimasi colpita dall’intimità profonda tra madre e figlio, ma anche dalla Parigi di fine ottocento, divertente e dinamica, ricca di avvenimenti. Ho potuto conoscere, attraverso tale lettura, Montmartre, il quartiere bohémienne dove tutto succedeva, dove s’incontravano gli artisti, che discutevano di ogni cosa e si sentivano incompresi, dai critici in particolare.

Moulin Rouge mi aprì le porte della conoscenza e della comprensione del mondo dell’arte, suscitandomi curiosità e interesse e spingendomi ad ulteriori approfondimenti.

Un libro, anch’esso importante per me, fu “Che fare, dunque?”, di Lev Nicolaevic Tolstoj, un grandissimo lavoro sulle diseguaglianze sociali  e i problemi morali, che ritengo ancora attuale e che ha segnato la mia formazione e la mia crescita.

Naturalmente ci sono anche i grandi scrittori italiani…

  • Quali, invece, i tre film preferiti?

Mio papà andava spesso al cinema e, da piccola, mi portava con lui . Ricordo due filoni che andavano molto: le gesta dell’Impero Romano e la Bibbia. Sansone e Dalila, Giulio Cesare e I dieci Comandamenti rimasero impressi nella mia memoria di bambina.

Crescendo mantenni la passione per il cinema ma cambiando decisamente generi.

Difficile scegliere solo tre film tra i tanti che mi hanno allietato e appassionato.

Quello che rivedo sempre volentieri è “La dolce vita” del grande Federico Fellini, che fa riflettere su un ambiente, quello della borghesia romana degli anni sessanta, caotico, cinico, volgare, privato di valori, poiché rispecchia la noia del vivere. Credo sia un film che ancora oggi spinge a delle riflessioni per scoprire le cose veramente autentiche della vita. Analoghe riflessioni ho ritrovato nel film “La grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, un film del 2013 che fa emergere la bellezza immutabile di una Roma statuaria eppure corrotta.

Indimenticabile “Il dottor Zivago”, un film del 1965 diretto da David Lean, tratto dal famoso romanzo di Boris Leonidovic Pasternak, che, oltre ad avere centrale l’amore in una doppia sembianza, ha come scenari tre avvenimenti fondamentali della storia del Novecento: La Prima Guerra Mondiale, La Rivoluzione Russa del 1917 e la Guerra Civile Russa. Film eccezionale per me.

  • Pensando alla musica, tre brani che porti nel cuore?

Anche qui è difficile scegliere, è doloroso escludere musicisti che amo, quindi rispondo di getto:

Beethoven, Sinfonia n. 9, mi piace indicarla come Inno alla Gioia, mai nome fu più appropriato!

Dmitri ShostaKovich, Waltz No. 2, divino per me!

Lucio Dalla, tutto, non c’è canzone di Lucio Dalla come anche di Fabrizio de André che non mi provochi grande emozione.

  • La vacanza che ricordi con maggior piacere?

La Grecia, per il mare, il sole, le isole,  la gente ospitale e innamorata degli Italiani a cui perdona tante debolezze, la storia e la cultura, Atene e il Partenone, Delphi e i Peloponneso, e ancora e ancora… Si, credo d’avere “Il mal di Grecia”. La amo.

  • Parlando del tuo libro… come è nata l’idea?

Nella mia narrazione io non decido mai di scrivere una storia; è la storia  che, emozionandomi intensamente, mi spinge a scriverla. Ho sempre affermato che il mio intento principale è coinvolgere il lettore, trasmettendo emozioni, quelle intense che, nella solitudine della persona, si trasformano in sentimenti e spingono a riflettere. Sono stati, quindi, le donne e gli uomini che ho incontrato lungo la mia strada che, ascoltandoli, mi hanno ispirato alla realizzazione dei racconti. Mentre elaboravo “Storie di donne tra narrazione e realtà”, ho avuto l’intuizione di coinvolgere esperti che, prendendo spunto dalle vicissitudini delle storie narrate, scrivessero cosa avviene in realtà nella vita. Ed ecco l’incontro, per me interessante  e intrigante, tra narrazione e divulgazione scientifica, con l’intervento anche di poeti e giornalisti.

Anche  “Ritorno a Pellekinos”, un romanzo dal sapore di giallo sulla crisi dei valori e la devastazione ambientale e il saggio “FuturaMente”,  da me curato sono stati pubblicati da Bertoni Editore.

  • Il tuo rapporto con la scrittura?

Fa parte della mia vita, non potrei farne a meno, è come avere una presenza continua accanto che attraverso letture, intuizioni, gestazione e parto rinnova la mia esistenza. Da piccola ho sempre ascoltato racconti, da mio papà, mia mamma, i miei zii, amici, ora  sono io narrare, non sono io a deciderlo sono le storie che decidono di essere raccontate da me. Esse sono spesso  malinconiche e drammatiche ma  finiscono sempre lasciando uno spiraglio per un’evoluzione positiva.

  • Quello, invece, con la lettura?

Da piccola, alle scuole elementari, mettevo da parte i i soldini ricevuti in regalo dai nonni per acquistare libri. Non c’erano librerie nel mio paese ma ogni fine mese, un venditore posizionava un banchetto con sopra una decina di libri da proporre ai bambini, quando uscivano da scuola. Lo aspettavo con trepidazione e spendevo così i miei soldi. Non credo sia cambiato molto per me, da allora. Rimane la stessa passione per la lettura.

  • Il consiglio che daresti a chi vuol provare a scrivere?

Io credo che bisogna leggere molto, che siano buone letture, per sapere, comprendere, crescere sempre e scrivere seguendo le proprie intuizioni, con tenacia, senza imitare per inseguire false chimere.

  • Contatti social (profilo Instagram, Facebook, indirizzo e-mail, o altro) come poter rimanere in contatto con te?

caterina.condoluci10@gmail.it

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Sito Internet: www.caterinacondoluci.it

Canale YouTube: Caterina Condoluci

Intervista di Elisa Vagnarelli

 

 

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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