Da anni si avverte con scritti, manifestazioni, convegni che il pianeta è ammalato, trascurato, sfruttato, che non c’è più tempo,…Fiumi di parole ignorate, a volte derise…
Che sempre più spesso l’acqua è scarsa e non è potabile…
E allora? La si compra in bottiglia…è controllata…Però anche quella nelle bottiglie di plastica risulta spesso inquinata…allora la si compra nelle bottiglie di vetro…ma anche quella…analizzata…non sempre è affidabile…Anche fare la doccia, spesso, pare sia rischioso per alcune sostanze inquinanti…si ma sono solo paure…ci si preoccupa eccessivamente…Finché un’ amica prima poi un’altra e un’altra ancora ti confidano che hanno fatto analizzare l’acqua della abitazioni e che i risultati non sono per niente rassicuranti, anzi. E che loro, per precauzione, vietano ai più piccoli di usare l’acqua, buonissima, credevano, fino a quel momento. Allora come si fa a dire e a far capire ad un bambino, che può essere pericoloso usare l’acqua di casa? E mostrare di circondarsi di montagne di bottiglie di acqua minerale, nell’illusione di risolvere un problema di sopravvivenza che così viene solo ignorato e di cui viene rimandata la soluzione?
Altro che azione educativa!
Fino a quando?
Crescono la paura e il dubbio, nel passato appena un sussurro, si tramutano ora in un boato esplosivo.
Il problema non è scientifico ma politico, e difendere l’ambiente è difendere i diritti umani, ormai lo abbiamo capito tutti.
“…Abbiamo scoperto…che la nostra zona è piena d’arsenico e noi stiamo rischiando quotidianamente di ammalarci e di morire, bevendo e lavandoci. E ci sentiamo soli e impotenti. Non sappiamo cosa fare. Nonostante le nostre richieste in Comune per sapere da dove abbia origine il problema, nulla si muove…Decisero, comunque, di non bere…acqua del posto…ma come fare…?, da Ritorno a Pellekinos di Caterina Condoluci, Bertoni Editore, Perugia, 2017