Quale femminismo?

E’ bello se un’amica ti sorprende per farti piacere, solamente per farti piacere.

Mi è successo di recente, ad una presentazione di un mio libro, RITORNO A PELLEKINOS, alla Libreria Lovat. Lei, Patrizia, si siede in prima fila e, silenziosamente, inizia a scattare foto. 

Io, presa dalla conversazione e dallo spettacolo degli artisti presenti, poiché, in effetti, si tratta di un vero e proprio spettacolo, non mi accorgo se non alla fine dell’intervento del suo fare prezioso.

La ringrazio e lei con gli occhi sorridenti e l’espressione solare che la caratterizzano, mi dice: “Perché, Caterina? Per me Femminismo è anche questo, è solidarietà e riconoscimento della qualità tra donne, e contribuire fattivamente nelle attività utili e di qualità, soprattutto femminili”. La sera stessa e l’indomani mi arriva una valanga di foto e di video che riprendono momenti diversi della serata e che strappano sorrisi al gruppo dei partecipanti.

Grazie Patrizia.

Eh si, il Femminismo…non sempre oggi è così.

Assisto spesso di persona a situazioni in cui, al posto della solidarietà femminile, prevalgono comportamenti d’arrivismo, invidia, competizione, in particolare nelle donne in carriera, che scelgono molte volte la convenienza a scapito della qualità, comportandosi esattamente o peggio degli uomini che contestano.

Per denaro, sempre per denaro…

Recentemente ho seguito una conferenza su “La tratta e lo sfruttamento degli esseri umani”, ampiamente documentata. Ebbene molto spesso sono le donne stesse che, per avere vantaggio economico, procurano, reclutando con l’inganno e con l’abuso emozionale “materiale” femminile giovanissimo ai trafficanti per farne l’uso abominevole che tutti conosciamo.

I relatori erano principalmente donne meravigliose.

Senza nulla togliere, naturalmente, a tutte le donne, sia nel passato sia nella contemporaneità, che agiscono spesso rischiando sulla propria pelle perché le cose migliorino, mi chiedo:”Quale Femminismo oggi? E’ forse il caso di rieducarci?”.

 

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

2 Comments

  1. Grazie mia Cate, prendere conoscenza di come tu mi hai percepita, nero su bianco, è stata un’emozione bellissima !
    Hai ragione, rieducarci
    Noi che ne abbiamo la possibilità, perché non soffriamo la fame, non siamo analfabeti, non dobbiamo ricorrere per forza ai metodi usati dalle popolazioni maschili per “tirarci fuori” dalle brutture…
    Noi, quelle che nel mondo ne hanno la possibilità materiale e fisica abbiamo il dovere morale di evolvere, anche per altre che non possono.
    E tante volte penso che che qualche donna “bestia ” abbia nella sua grettezza adoperato le proprie virtu per arrivare ad aggirare le torri del sistema “maschio” per uscire comunque da una gabbia , usando però gli unici modelli conosciuti come vincenti : l’inganno, la violenza, la cattiveria, la sopraffazione per raggiungere potere e denaro, quali simboli menzogneri di “libertà “.
    Questo è naturalmente il mio pensiero!
    Grazie dell’opportunità che mi hai dato di poterlo esprimere in questo contesto,
    Certamente ci sarà modo di approfondire!
    Un abbraccio e
    Patrizia

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