Perché amo circondarmi di giovani

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Alberto Cellotto legge alcune sue poesie

Alcuni giorni fa, sono andata a Treviso ad ascoltare il poeta Alberto Cellotto. Questi, durante una serata dedicata alla musica e alla poesia, leggeva alcuni componimenti.
Come il solito mi ha emozionato ascoltare i suoi versi e constatare che rimane nel tempo serio e sensibile come l’ho conosciuto.
Sue sono le poesie che arricchiscono il mio recente romanzo Uomini e donne oltre la siepe. Sono brevi e intensi versi tratti dalla raccolta Traviso e sono caratterizzati da un numero non da un titolo. Nelle poesie si parla di luoghi piccoli, “quelli sconosciuti senza forma né risonanza, come le parole bianche, quelle dell’Assenza”.

Alle presentazioni dei miei libri, agli eventi, mi piace circondarmi di giovani come lui, Cristina Rocchi, Eleonora del Grosso, Luca Piovesan, Valentina Rigato, Pamela Riccato, Valeria Romano, per citarne alcuni. Non è solo la familiarità con loro, come ex docente d’italiano e storia, che mi spinge a lavorare assieme.
E’ il piacere di “sentire” il fare rivolto al futuro, il dinamismo, l’entusiasmo contagioso che li caratterizza (v. Sintesi del mio apprendimento).
Nel percorso del mio lavoro incontro molti talenti, tra quelli rimasti in Italia, i quali con coraggio e testardaggine, hanno scelto di vivere in una terra spesso poco ospitale e, finora, poco sensibile ai loro problemi. Sono poeti, musicisti, attori, letterati, artisti, ricercatori e tanti altri giovani semplici, i quali con fatica e determinazione stanno costruendo il loro e il nostro domani.
A questi, che sento vicino e che non si risparmiano nel lavoro, dico: ”Grazie di cuore per il tempo che dedicate alla ricerca della Bellezza”.

Non posso, però, dimenticare che nella società odierna tanti giovani, incastrati da una società basata sul Consumismo, sono facili vittime dei nuovi miti, che, essendo idee semplici, li possiedono con mezzi che non sono logici ma psicologici, quindi sono comodi, tranquillizzano apparentemente le coscienze, in realtà le addormentano offrendo facili modelli.
Come risvegliare le idee e lasciarle parlare? Come recuperare la spiritualità?
Bisogna, a mio avviso, rieducare ai valori del Vero, della Giustizia, dell’Amicizia, dell’Amore, della Condivisione, del Rispetto, della Solidarietà.
E’ urgente abituarli al silenzio, a pensare perché non siano facilmente addottrinabili, ad amare quello che fanno e a desiderarlo.
E’ necessario aiutarli a saper reagire con conoscenza, cultura, memoria, dialogo.
Tutto ciò avverrà attraverso il riconoscimento e il rispetto delle pari dignità nell’altro, valore prioritario dell’Umanità.
Uomini e donne oltre la siepe, persone in genere, costruiranno, così, una reale uguaglianza, una concreta solidarietà nel riconoscimento e nella valorizzazione delle diversità.

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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