Recentemente, per la presentazione del mio ultimo libro, Uomini e donne oltre la siepe, ho avuto modo di conoscere una realtà importante: il Museo La Casa di Zela, http://www.laquerciola.org, a Quarrata – Pistoia, attraverso la guida appassionata di Ernesto Franchi
Questi è una persona eccezionale che bisogna assolutamente incontrare.
Aveva cinque anni e mezzo quando, con uno sguardo curioso sul mondo circostante, iniziò la sua collezione, che, ultrasessantenne, arricchisce ancora. Continua a girare i mercati antiquari, senza arrestarsi mai, a raccogliere oggetti che vengono buttati via, cerca e trova, sempre instancabile e appassionato. Giorno per giorno, quindi, egli aggiunge tasselli sorprendenti che impreziosiscono il Museo La Casa di Zela.
E’ riuscito, così, a riunire un’infinità di cose spesso irriconoscibili per le nuove generazioni che testimoniano la nostra storia e ci permettono di ricostruirla. Ha negli occhi un entusiasmo da bambino ma con il suo fare costruisce grandi cose. E’ sorprendente come riesca a ricordare alla perfezione dove trovare immediatamente ogni raccolta dell’esposizione permanente, la sua storia e la sua caratteristica.
Quando si ascolta Ernesto Franchi, è impossibile stancarsi!
Una stanza ha attratto particolarmente la mia attenzione: la stanza delle Biciclette dei mestieri, dove mi sono letteralmente persa ad immaginare i lavori del passato dietro al racconto entusiasmante di Ernesto Franchi.
Ci sono biciclette di merciai, arrotini, panettieri, fruttivendoli, venditori di pelli, venditori d’immagini sacre e profane,…
E ancora: utensili di famiglia, manufatti del gioco, della cultura contadina, della guerra, e ancora, ancora..
Un oggetto ha colpito Ernesto Franchi in particolare per la sua storia ma anche me, ascoltandolo: un portafogli che, durante la seconda guerra mondiale, aveva fermato un proiettile salvando la vita ad un soldato. Egli è ancora incredulo, poiché era riuscito a comprarlo per poco dalla figlia che se n’era disfatta con superficialità.
Per lui è impensabile liberarsi di qualcosa che rappresenta il vissuto dei propri cari e, raccontando, sembra incredulo e amareggiato che ciò avvenga.
Ma non è lasciato solo nel suo operare! Intorno a lui un gruppo di persone attive ed entusiaste collabora, dedicando incondizionatamente il tempo libero dal lavoro per far sì che il museo continui a vivere e a prosperare.
Il luogo, alla fine, risulta un insieme di cultura, condivisione e umanità per un vissuto e un’ospitalità che scaldano l’anima e alimentano la mente.
Al terzo piano della struttura ci sono delle accoglienti camere che permettono di pernottare non solo per visitare il museo ma, anche, per godere della splendida oasi della Querciola, dentro la quale è situata la struttura, e, vicino, Pistoia, Firenze, quindi tanta arte e tanta natura
Come non essere tentati di andare a visitare La Casa di Zela?