Tra nostalgia e testimonianza di vita

Caterina Condoluci

Caterina Condoluci

Ho visto recentemente una mostra fotografica in una libreria della mia città su figure cittadine del Novecento, documentata anche con registrazione video di un’intervista ai personaggi in mostra.

Persone comuni, apparentemente anonime ma particolari, che hanno caratterizzato, in un certo senso, Treviso.

Emozionante, per me.

La visione mi ha riportato indietro nel tempo e, assieme a quegli esseri umani ho rivisto nella memoria parte del mio vissuto e della storia della città.

L’esposizione, come mi ha confidato l’organizzatrice, è stata definita da alcuni nostalgica, in modo sbrigativo e superficiale.

E’ doveroso, a mio avviso, distinguere la nostalgia, come sentimento riguardante fatti strettamente privati, dalla testimonianza di vita, necessaria più che mai nella nostra società attuale, complessa, incerta, velocizzata, imprevedibile, fluttuante, in cui il passato appare dislocato dal contesto odierno e non è più un punto di riferimento.

In tale situazione credo che la narrazione come testimonianza di vita possa spingere a scavarsi dentro, a guardarsi in profondità e, quindi, ad allargare la coscienza per ampliare la visione delle cose, dopo aver esplorato se stessi, nel recupero della memoria. Nel fare ciò ci si accorge che avviene un ritrovamento delle emozioni, non di quelle estemporanee ma di quelle che sfociano nei sentimenti. E’ importante, perciò, raccontare.

Ed è per questo che amo narrare storie che attingano da esperienza di vita, che alla fine sono anche una prova documentale della società (Sintesi del mio apprendimento, Marvicio- un giovane di Calabria, Una vita al femminile, Uomini e donne oltre la siepe).

Il tempo, quindi, assume un ruolo centrale nelle storie e rende cosciente l’esperienza.

Che ben venga chiunque recuperi la nostra memoria storica, aiutandoci a uscire dalla persistente amnesia in cui sembra di essere caduti, per conoscere modelli di comportamenti che ci spingano a essere pensanti e consapevoli.

Ed è al passato che dobbiamo rivolgerci per ricercare le origini e ricorrere per aiuto.

I nuovi concetti, infatti, non cadono dal nulla e protendono al futuro.

 

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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