Non sono favorevole all’aborto. E chi è favorevole all’aborto? Ma difendo la legge 194

 

 

Caterina

 

Io credo, voglio credere, che nessuna donna scelga con leggerezza di abortire. Non sono favorevole all’aborto ma sono pronta a difendere la legge 194, voluta dagli italiani con il referendum.

 

Proverò a spiegare le mie motivazioni con il mezzo a me più congeniale: il racconto di fatti reali.

 

 

…Una figura di donna rimasta impressa nella mia memoria di bambina era la ricottara, così chiamata perché la sua attività più appariscente era preparare, ogni mattina presto, le ricotte. La sua abitazione era situata di fronte alla nostra casa di via Gramsci …Lei vendeva una parte delle ricotte a casa, poi sistemava il resto in un contenitore di alluminio con il coperchio, se lo metteva in testa e fiera portava il suo prodotto a Polistena, dove, al mercato, si riunivano le donne dei paesi vicini per vendere ciò che coltivavano nelle campagne. La ricottara era alta e sempre con il pancione perché costantemente incinta. La guardavo incredula recarsi al lavoro di prima mattina, austera, silenziosa, orgogliosa, procedere sicura con il suo tesoro sulla testa. Ma questa non era l’unica occupazione della giornata! Doveva prendersi cura della numerosa prole, del lavoro nei campi, raccogliere ulive, la casa…Non credo avesse tempo per sé né che la sua fatica fosse mai stata apprezzata adeguatamente…

…Vicino a lei abitava una donna esile, dall’espressione dolcissima e smarrita. Me la ricordo sempre con il pancino e un bimbo in braccio. Intorno, per strada, liberi e incontrollati, i fratellini giocavano miseramente vestiti. Sentivo spesso qualche comare dirle sconsolata: ”Ancora, Maria!? Ma come fai a tirare su tutti questi bambini?”. Lei, malinconica e rassegnata, alzava le spalle e tentava un debole sorriso. Il marito tornava a casa tardi dal lavoro, non prima, però, di essersi fermato a bere un bicchierino con gli amici…bambini

Al liceo condivisi il dolore di una compagna di scuola per la perdita di Teresa, sua madre. Seppi in seguito che aveva tentato di abortire in casa con l’aiuto di un’amica, la quale si era dichiarata “esperta”. La donna, casalinga e povera, non se la sentiva di partorire un altro bambino, il settimo, anche perché il magro guadagno del marito era già insufficiente a mantenere i numerosi figli…

…Grazia era una vedova bianca. Il marito, in realtà, emigrato per lavoro, tornava una volta all’anno, la metteva incinta e poi ripartiva, poiché al suo paese non c’era lavoro. Una volta tentò di abortire da sola in casa, con delle erbe che le erano state consigliate. Non ci riuscì, ma finì in ospedale tra sofferenza, vergogna e paura…

“…Francesca aveva sedici anni. Andava ancora a scuola quando fu rapita e stuprata ripetutamente da un pretendente rifiutato. Tornando a casa, si portò addosso, oltre la sofferenza, la vergogna, l’impotenza, una gravidanza che l’angosciava e una richiesta riparatrice da chi la aveva presa con la forza, per mantenere una violenza su Francesca per tutta la vita…”.

Allora non esisteva ancora la legge 194.

Le ricche signore, però, con l’aiuto di ginecologi compiacenti, abortivano con tranquillità in Italia oppure si recavano all’estero.

Quando andai a votare per la 194, nel 1978, mi vennero in mente la ricottara, Maria, Teresa, Grazia, Francesca e tante altre donne come loro e mi chiesi cosa avrebbero deciso se avessero avuto una legge sull’aborto che avesse consentito loro di scegliere. Mi chiesi perché nel dramma di una scelta dolorosa della donna deve imporsi a giudice una figura esterna impietosa a decidere per la sua vita.

Da allora molte cose sono cambiate. Io non sono ancora favorevole all’aborto ma difendo la legge 194, finché non ci sarà un mondo veramente civile ed egualitario, dove l’educazione, la formazione e la dignità umana, economica e sociale, saranno garantite e, allora, forse, le donne dimenticheranno quell’orrenda cosa che è l’aborto.

 

 

Le immagini sono opere grafiche di Dino Nicoletti

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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