Devo confessare…

Devo confessare che, le poche volte che esco, non so se temere di più l’inquinamento delle polveri sottili nella zona in cui abito, la Pianura Padana, o il contagio del Coronavirus.

A dire il vero già prima dell’esplosione dell’attuale pandemia, non era consigliabile uscire ad anziani e a bambini, ed era caos molto tempo prima, poiché già nel 2005, com’è ampiamente documentato, le polveri sottili e sottilissimi opprimevano la Pianura Padana che si era guadagnata il titolo di “Zona più inquinata d’Europa”, con una presenza delle particelle infestanti note come Pm10 e Pm2,5, già allora fuori controllo.

Nel recente autunno, poi, la situazione era ancora più tangibile, una tossetta stizzosa ci accompagnava nel tentativo di prendere un po’ di aria “buona” e  aspettavamo l’arrivo della pioggia purificatrice sempre più rara, sempre più attesa, che, quando arrivava nelle varie parti d’Italia, era irruenta, devastante per oggetti, campagne, persone,…Superfluo sottolineare il notevole aumento di malattie respiratorie, particolarmente nei più piccoli e, anche, negli anziani.

Si era creata, quindi, una situazione invivibile, un po’ ovunque a dire il vero, che io, da tempo, assieme a molti altri narratori, avevo inserito ampiamente come argomento più o meno costante nei miei libri e nel mio blog.

La domanda legittima, quindi, è: “La pandemia del Coronavirus e altre pandemie che, triste presagio, temiamo arrivino, c’entrano con la devastazione ambientale?”.

Dallo studio pubblicato su Proceedings of the Society B.I, per citare solo uno tra tanti lavori autorevoli ampiamente pubblicati, pare che non solo c’entrano ma ne sono conseguenza diretta.

Lungi da me spiegare tecnicamente come ciò avvenga e come l’intervento umano

sia anche fattore scatenante delle infezioni zootecniche, per cui vi rimando ad approfondimenti specifici di esperti.

Mi chiedo, però, umanamente, come potremo uscire da tale emergenza.

A sentire gli esperti, che almeno su ciò alla fine concordano, questa pandemia è più pericolosa delle altre precedenti nella storia dell’umanità per l’alta contagiosità.

Certo non possiamo sottrarci alle sue conseguenze, nella sua lenta discesa, ma è possibile prendere atto realisticamente della realtà ambientale, affrontare e risolvere problemi che altrimenti potrebbero scatenare una situazione di difficile ritorno, rivelandosi una catena. Continuerà, altrimenti, chi sopravviverà, a temere di uscire perché l’aria è altamente inquinata e passerà il resto dei suoi giorni chiuso dentro casa, per un motivo o per un altro, controllando l’andamento del PIL come indice assoluto di rassicurazione?

Già in questo periodo di quarantena è stato dimostrato che l’ambiente ne ha guadagnato in salute.

Forse l’uomo ha capito, finalmente, che non è lui il centro della Terra e che deve convivere con altri esseri viventi nel pieno rispetto reciproco?

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Caterina Condoluci

Caterina Condoluci vive da oltre trent’anni nel Veneto, dove ha esercitato per lungo tempo la professione di docente di italiano e storia. Appassionata d’arte e di letteratura, attualmente si dedica alla scrittura come testimonianza di vita.

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